Francesco Prendilacqua
De vita Victorini Feltrensis dialogus
Cartaceo; 1465-1475; mm 208×152; cc. III+56+III’; cartulazione recente in cifre arabe a matita, in alto a destra; interamente bianca la c. 56; scrittura minuscola di mano unica disposta a pagina intera, riferibile forse all’autore, in inchiostro marrone; legatura forse coeva in spesse assicelle ma con indorsatura recente in-quarto di pelle colorata a maculature.
Dedica dell’autore a Federico da Montefeltro, duca d’Urbino (1422-1482) alle cc. 1r-2v.
Sul piatto anteriore, a caratteri maiuscoli si legge il numero XXV, in alto al centro, che corrisponde alla segnatura del codice appartenuto alla famiglia mantovana dei marchesi Capilupi, mentre, più in basso, sempre al centro, si trova l’intitolazione Victorini vita; timbro a secco della Biblioteca comunale di Mantova alle cc. 1r, 15r, 55r; un cartellino incollato al recto della seconda carta di guardia anteriore attesta l’acquisto del codice avvenuto nel dicembre del 1994.
Provenienza: acquisto da privato, 1994.
Collocazione: Ms. 1374
L’opera ha per protagonisti Francesco Calcagnini, funzionario marchionale e ducale (1405 ca.-1476), Alessandro Gonzaga, marchese di Castiglione (1427-1466) e Raimondo Lupi, giureconsulto (sec. XV). L’autore, Francesco Prendilacqua (1430-post 1509), notaio e segretario di Alessandro Gonzaga, finge che nel giorno dell’anniversario della morte di Vittorino da Feltre (1378 ca.-1446), i tre interlocutori si riuniscano per narrare ed elogiare vita e virtù del proprio maestro, di cui anche l’autore è stato discepolo. È proprio a Mantova che Vittorino da Feltre fondò nel 1423, con beneplacito del marchese Gianfrancesco Gonzaga (1395-1444), Ca’ Zoiosa, celebre scuola umanistica.
Nella prima parte dell’opera si affronta il tema del dolore e della condivisione di esso con gli amici. Si passa quindi a discutere degli abbellimenti retorici da usare negli elogi degli uomini illustri, per chiudere con la vera e propria Vita Victorini.