Le ristrettezze economiche che caratterizzano tutta l’infanzia e la giovinezza di Ardigò sembrano trovare sollievo nel 1863 quando ottiene la nomina a canonico della Cattedrale. Ardigò procede rapidamente nella carriera ecclesiastica: già nel 1862 aveva ottenuto la nomina a consigliere del Tribunale ecclesiastico, per divenire poi negli anni 1865-1867 Fabbriciere della Cattedrale.
Nel 1864, spinto da motivazioni scientifiche e civiche, fonda con alcuni amici il Gabinetto di Lettura con annessa una Biblioteca che conobbe subito una rapidissima crescita. Questa biblioteca insieme alla Biblioteca Comunale ebbe una grande influenza sulla formazione scientifica di Ardigò che qui ebbe modo di consultare testi fondamentali per la fondazione del suo pensiero. Nel 1865 diviene socio della rifondata dell’Accademia Virgiliana (1858) per la quale in qualità di Consigliere propose nel 1868 un articolato progetto di riforma.
La prima pubblicazione dell’Ardigò risale a 1869, quando è chiamato a tenere una lezione su Pietro Pomponazzi al Teatro Scientifico di Mantova agli alunni del Liceo e ai membri dell’Accademia Virgiliana. Il discorso, pubblicato quello stesso anno, è il primo fondamentale passo verso la costruzione del pensiero positivista di Ardigò, pensiero che lo porterà l’anno dopo a pubblicare La Psicologia come scienza positiva, quindi a prendere posizione contro il dogma dell’infallibilità e infine a decidere di abbandonare il sacerdozio nel 1871 per poter professare le sue teorie con maggiore libertà e coscienza. Sono questi anni cruciali per il filosofo che più tardi confessa che proprio in quegli anni di crisi e di riflessione egli maturò nelle sue linee essenziali il sistema di pensiero che poi andrà lentamente svolgendo e presentando nei decenni a venire. A proposto del dipinto, qui fotografato, che lo ritrai in atteggiamento meditativo, egli ebbe a dire amava tenerlo nel suo studio perché gli ricordava il travaglio che passo dopo passo lo aveva portato al costruire il suo sistema filosofico.
Immagine: Ardigò a 35 anni, nel 1853, in G. Marchesini, La vita e il pensiero di Roberto Ardigò, Milano, 1907