S. Benedictus

Regula [cum expositione Petrii Boherii]

manoscritto membranaceo, sec. XIV

collocazione: Ms. 362

 

Oggi, per noi, i manoscritti sono preziose testimonianze di un epoca lontanissima, oggetti che ci parlano, forse al di là della stessa volontà di chi li aveva redatti, non solo dei testi che tramandano, ma, grazie alle preziose miniature a corredo del testo, anche del mondo che li ha generati. Uno splendido esempio di questo è il manoscritto 362 custodito dalla nostra biblioteca. Il codice, redatto in scrittura gotica libraria, è databile al XIV secolo. Nasce all’interno dello scriptorium polironiano, quasi certamente come codice di lusso. Si apre con una splendida miniatura tabellare che ci mostra San Benedetto in cattedra intento a spiegare a ventuno religiosi, appartenenti a veri ordini, la propria regola. In ogni monastero benedettino vi erano spesso diverse copie de La Regola di San Benedetto da Norcia. Ogni monaco la conosceva pressoché a memoria ovviamente, ma i volumi erano necessari per quella forma di lettura meditativa che prendeva il nome di Ruminatio, una sorta di studio esegetico e contemplativo teso a far giungere alla trascendenza.

Ma qui vi è molto di più. Assistiamo, non visti, ad una vera lezione.  L’illustratore apparteneva probabilmente al mondo dei miniatori universitari e ci mette in scena un San Benedetto docente, che dall’alto del suo scranno ligneo parla ai suoi studenti, disposti a L di fronte a lui.

C’è chi parla con gli altri, chi discute, chi legge da un libro, e chi è perso nei suoi pensieri... A terra, ai lati, troviamo le donne, normalmente non ammesse nelle scuole e nelle università. Qui sono presenti perché rappresentano gli ordini religiosi femminili, ma non vengono considerate degne, e infatti siedono a terra, in disparte. Più avanti, troviamo un'altra gustosissima miniatura. È divisa in quattro parti e vi si rappresenta i quattro diversi tipi di monachesimo. I cenobiti, che pregano all’interno di una chiesa, gli anacoreti qui rappresentati nel deserto, i sarabaytae (sarab termine aramaico che significa “ribelle”), coloro che vivono per conto proprio…e i girovaghi che con molta ironia qui il miniaturista rappresenta fermi, seduti a tavola, che si ingozzano!

 

Illustrazione manoscritto: miniatura S. Benedetto in cattedra

Illustrazione manoscritto: miniatura S. Benedetto in cattedra

Dettaglio miniatura S. Benedetto in cattedra

Dettaglio miniatura S. Benedetto in cattedra

Miniatura manoscritto 362

Miniatura manoscritto 362

Miniatura manoscritto 362

Miniatura manoscritto 362