Guillaume Rondelet
Libri de piscibus marinis in quibus verae piscium effiges expressae sunt
Lione, Macé Bonhomme, 1554
Collocazione: OO.III.25
 
Una bella cinquecentina ad opera di Guillame Rondelet è nascosta tra gli scaffali della seconda sala teresiana.
 
Rondelet (1507-1566), famoso anatomista francese, docente all’università di Montpellier, è passato però ai posteri soprattutto per essere uno degli ispiratori della ittiologia moderna.
Da appassionato zoologo naturalista quale era ci ha lasciato infatti un importante trattato, il Liber de piscibus marinis, in cui descrive ogni tipologia di animale e pianta, marina e lacustre di cui fosse venuto a conoscenza e correda le descrizioni con splendide illustrazioni. Tra i molti pesci, meduse, alghe, spugne e addirittura grandi cetacei descritti c’è però una piccola e curiosissima sezione: a partire da pagina 491 ha inizio la descrizione di creature acquatiche a dir poco… fantasiose.
 
Rondelet ci presenta il “De Monstro leonino”, un animal partibus nullis ad natandi apstis, un vero e proprio leone squamato, più adatto alla terra che alle acque, che si dice essere stato avvistato nelle Paludi laziali durante il pontificato di Paolo III. L'autore, quasi a giustificare la descrizione, afferma che la notizia gli fu narrata da un Gisbertus medicus. Egli continua poi con la descrizione del “De Pisce monachi abitu”, un esemplare avvistato in Norvegia con un volto umano e una livrea vellutata simile all’abito dei monaci. Chiude quindi con il “pesce con le sembianze da vescovo” (De Pisce episcopi abitu), avvistato in Polonia prima del 1531. Narra che lo vollero pescare con l’intento di portarlo al re di quella terra ma poi la creatura sfuggi al tentativo di cattura per tornare tra i flutti. Tuttavia di quest’ultima notizia, riportatagli sempre da quel Gilberto Germano Medicus il Rondelet sembra non fidarsi troppo poiché ci tiene a sottolineare in chiusura che "Vera capit an non, nec affirmo, nec repello". 
 
Ciò che ci resta sono comunque tre splendide illustrazioni a stampa, tre mostri che non sfigurerebbero in qualche pellicola fantascientifica contemporanea.
 
Illustrazione De Piscibus

Illustrazione De Piscibus

Illustrazione De Piscibus - De pisce monachi habitu

Illustrazione De Piscibus - De pisce monachi habitu

Descrizione del “De Pisce monachi abitu”, un esemplare avvistato in Norvegia con un volto umano e una livrea vellutata simile all’abito dei monaci.
Illustrazione De Piscibus - De Monstro Leonino

Illustrazione De Piscibus - De Monstro Leonino

Rondelet ci presenta il “De Monstro leonino”, un animal partibus nullis ad natandi apstis, un vero e proprio leone squamato, più adatto alla terra che alle acque, che si dice essere stato avvistato nelle Paludi laziali durante il pontificato di Paolo III. L'autore, quasi a giustificare la descrizione, afferma che la notizia gli fu narrata da un Gisbertus medicus.
Illustrazione De Piscibus - De pisce Episcopi Habitu

Illustrazione De Piscibus - De pisce Episcopi Habitu

Il “pesce con le sembianze da vescovo” (De Pisce episcopi abitu), avvistato in Polonia prima del 1531. Rondelet narra che lo vollero pescare con l’intento di portarlo al re di quella terra ma poi la creatura sfuggi al tentativo di cattura per tornare tra i flutti. Tuttavia di quest’ultima notizia, riportatagli sempre da quel Gilberto Germano Medicus il Rondelet sembra non fidarsi troppo poiché ci tiene a sottolineare in chiusura che "Vera capit an non, nec affirmo, nec repello".
Rondelet - Libri de Piscibus Marinis

Rondelet - Libri de Piscibus Marinis