Memorie, e Giornale di quanto è seguito nell’Abloco, e successivo assedio della Cità di Mantova ...

 

Memorie, e Giornale di quanto è seguito nell’Abloco, e successivo assedio della Cità di Mantova fatto dalli Francesi, incominciando dal giorno 3 giugno 1796.

Cartaceo; 1796-1800; mm 274×183; cc. I+22+I’; cartulazione e paginazione assenti; interamente bianche le cc. [1v,11v,12v,13-22]; scrittura corsiva di mano unica ad inchiostro bruno, disposta a pagina intera entro una cornice rettangolare a matita;
legatura costituita da quadranti in cartoncino rigido color marrone coeva al manoscritto.

Provenienza: dono degli eredi Renato Giusti, 2008.

Collocazione: Ms. 1382

Diario dal 3 giugno al 2 agosto 1796 riguardante gli avvenimenti dell’assedio di Mantova ad opera delle truppe napoleoniche durante la prima campagna d’Italia (1796-1797).

 

Allegato:
Tra il risguardo e la carta di guardia anteriori, è conservata una lettera datata 14 febbraio 1963, spedita da Padova dal prof. Roberto Cessi al prof. Renato Giusti: Cessi menziona un fascicolo: “Memorie e giornale di quanto è seguito nell’abloco e successivo assedio della città di Mantova fatto delli francesi incominciando dal giorno 3 giugno 1796”, ritrovato, dice, fra le vecchie carte di suo padre, di autore anonimo e di scrittura del tempo, segnalandolo a Giusti come curiosità di storia mantovana.

Renato Giusti (1921-1984) si laureò in Lettere e Filosofia a Padova, fu insegnante nelle scuole medie e superiori e poi all’Università di Venezia in storia moderna e contemporanea. Fu socio effettivo dell’Accademia Virgiliana di Mantova, dell’Ateneo Veneto, della Deputazione di Storia Patria per le Venezie e dell›Istituto Trentino di Scienze Storiche. Dal 1952 assunse la direzione del Museo del Risorgimento di Mantova, da lui riordinato, e gli venne affidato l›incarico di curatore della pubblicazione della serie di studi “Atti e Memorie” legata all'attività del Museo stesso.


Roberto Cessi (1885-1969) si laureò a Padova in giurisprudenza, specializzandosi nella ricerca storiografica di ambito economico e giuridico. Scrisse sul giornale l’Avanti e il quotidiano padovano di stampo democratico La Libertà. Nel 1908 fu assunto all’Archivio di Stato di Venezia, dove rimase sino al 1920. Nel medesimo anno si trasferì a Bari come insegnante di storia; dal 1922 al 1927 ricoprì lo stesso incarico a Trieste e dal 1927 al 1955 fu professore di storia medievale e moderna presso l’Università di Padova. Collaborò attivamente con l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, fu membro dell’Accademia dei Lincei e presidente della Deputazione Veneta di Storia Patria. Pubblicò vari studi dedicati alla storia di Venezia e del Veneto,
dall’epoca medievale a quella risorgimentale.

Antonio Maffei. Storia del mio commissariato civile all’assedio di Peschiera e Mantova nel 1799

Antonio Maffei
Storia del mio commissariato civile all’assedio di Peschiera e Mantova nel 1799

Cartaceo; 1814; mm 317×211; cc. 62; numerazione coeva per pagine, da 2 a 111; interamente bianche le pp. [112-114]; legatura forse coeva in cartoncino rivestito di carta marmorizzata marrone; scrittura corsiva di un’unica mano disposta a pagina
intera in inchiostro nero; correzioni, sottolineature e commenti aggiunti al margine da una seconda mano databile attorno al 1866; note a matita di una terza mano.

Nota di possesso, in parte erasa, della mano cui si devono frequenti annotazioni al margine e sottolineature: Da me posseduto: fa parte della mia piccola raccolta di ms. semplici e miniati ... p. (1).

Provenienza: acquisto, presso libreria antiquaria A. Govi (Modena), 1995

Collocazione: Ms. 1376

 

Contiene la narrazione in prima persona del marchese veronese Antonio Maffei (1759-1836), cui dai primi di maggio 1799 fu conferito, da parte del generale Paul Kray von Krajowa (1735-1804) comandante in capo delle truppe austriache, l’incarico di commissario civile interinale all’assedio di Mantova contro l’esercito francese. Alla registrazione memorialistica dei fatti si alternano nel testo la trascrizione di documenti ufficiali: istruzioni dei generali austriaci Kray e Michael von Melas (1729-1806), nonché la corrispondenza scambiata con il conte Luigi Cocastelli (1745-1824), commissario generale dell’armata.