François Rabelais. Oeuvres de Rabelais ...

 

François Rabelais
Oeuvres de Rabelais. Texte collationné sur les éditions originales avec une vie de l’auteur, des notes et un glossaire par Louis Moland; illustrations de Gustave Doré.

Parigi, per Garnier Frères, 1873.

XLVII, 584 p., [28] c. di tav. : ill., 1 ritr., vol. 1°; 632 p., [31] c. di tav. : ill., vol. 2°; frontespizi in rosso e nero; capilettera silografici fitomorfi e zoomorfi; legatura costituita da quadranti in cartone rigido rivestiti in tessuto rosso: sul quadrante anteriore, entro una cornice istoriata dorata, è riportato il titolo in lettere dorate “Ouvres de Rabelais – illustrations de Gustave Doré”.
Il ritratto dell’autore sull’antiporta del primo volume e le illustrazioni silografiche contenute in entrambi i volumi sono di Gustave Doré.

Provenienza: dono, Associazione Amici delle Biblioteche Mantovane, 1998
Collocazione: BC.800.d.11.1-2

François Rabelais (1494 ca.- 1553), fu uno scrittore francese, dal 1521 frate francescano, passò poi nel 1525 all’ordine benedettino. Segretario dell’abate Geoffroy d’Estissac, ebbe modo di viaggiare e di ampliare le sue relazioni erudite. Dopo aver lasciato l’ordine per farsi prete secolare, nel 1530 si iscrisse alla facoltà di medicina di Montpellier, dove ottenne in breve tempo il titolo di dottore. Nel 1532 cominciò a esercitare la professione di medico all’Hôtel-Dieu di Lione, centro del Rinascimento francese, dove venne a contatto con un ambiente intellettuale in sintonia con la sua formazione. Nel 1532 pubblicò, con lo pseudonimo di Alcofribas Nasier, anagramma di François Rabelais, il primo volume del suo capolavoro, Gli orribili e spaventevoli fatti e prodezze del molto rinomato Pantagruel, re dei Dipsodi, figlio del gran gigante Gargantua. Nel 1534 pubblicò il secondo volume: La vita inestimabile del grande Gargantua, padre di Pantagruel. In quell’anno, e nel seguente, Rabelais si recò a Roma al seguito del vescovo Jean du Bellay (1492-1560). Dopo la reazione delle autorità ecclesiastiche, nel 1546 attenuò le punte satiriche contro il clero nel Terzo libro dei fatti e detti eroici del buon Pantagruel. Pubblicò, nel 1548, un’edizione parziale del Quarto Libro dei finti e detti eroici del buon Pantagruel, caratterizzato da una satira implacabile verso cattolici e protestanti. Nel 1552 pubblicò l’edizione completa del Quarto Libro, mentre nel 1564, venne stampato postumo un Quinto Libro.

Gli scritti minori comprendono: Pantagrueline prognostication, vaticinio burlesco per l’anno 1533; una serie di almanacchi di cui non ci restano che frammenti per gli anni 1533, 1535 e 1541; un gruppo di lettere, fra le quali importanti quelle scritte da Roma (1535-36), poche rime, e la Sciomachie, descrizione di una festa, a guisa di battaglia, offerta al popolo romano dal cardinale du Bellay nel 1549, in occasione della nascita del duca d’Orléans, Louis de Valois (1549-1550), figlio del re di Francia Enrico II (1519-1559).


Gustave Doré (1832-1883), artista poliedrico e autodidatta nelle tecniche pittoriche, grafiche e incisorie, si formò al museo del Louvre, iniziando da adolescente a pubblicare opere grafiche per il giornale La Caricature, periodico satirico distribuito a Parigi tra 1830-1843. Lo rese celebre l’illustrazione della Storia pittoresca, drammatica e umoristica della Santa Russia, incentrata sulla guerra di Crimea del 1854, tanto che, nello stesso anno, Paul Lacroix (1806-1884), gli commissionò l’illustrazione del Gargantua e Pantagruel di François Rabelais, di cui Lacroix era il commentatore. Seguirono altri prestigiosi incarichi: nel 1861 le illustrazioni delle Cantiche della Divina Commedia, nel 1862 si dedicò alle elaborazioni grafiche delle Fiabe di Charles Perrault, nel 1863 il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, nel 1866 produce l’edizione illustrata della Sacra Bibbia, le Favole di Jean de La Fontaine e il Paradiso Perduto di John Milton. Nel 1877 la serie di queste eleganti illustrazioni è completata
con l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.

Carlo Collodi. Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino.

Carlo Collodi
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino.

[Alpignano], Tallone editore, 2014.
314 p. : ill.

Provenienza: acquisto, presso Tallone editore, 2018

Collocazione: TAL.3

Versione originale del 1883 corredata da 77 vignette di Carlo Chiostri (1863-1939), pittore e illustratore fiorentino, che eseguì le sue illustrazioni a penna e acquerello.
Le Avventure di Pinocchio è stato stampato in 450 esemplari numerati e stampati su tipi di carta diversi, di cui 260 su carte S. Giovanni e Magnani di Pescia e 190, come il presente, su carta turchina di puro cotone prodotta appositamente dalla Cartiera di Sicilia di Aci Bonaccorsi.

Alberto Tallone (1898-1968), fu allievo dal 1931 al 1937 del tipografo ed editore d’arte Maurice Darantière (1882-1962), la cui bottega tipografica parigina, già attiva dalla fine del Settecento e da lui ereditata dal padre Victor Darantière nel 1908, fu
rilevata nel 1938 dallo stesso Tallone, che fondò a Parigi la propria casa editrice les Editions Alberto Tallone. Nel 1960 trasferì l’attività in Italia, ad Alpignano, nei pressi di Torino. Dalla morte, avvenuta nel 1968, la casa editrice Tallone è guidata
dagli eredi.

Ogni edizione della Alberto Tallone Editore è caratterizzata da una veste tipografica originale per formato, impaginazione e scelta dei caratteri: le edizioni si distinguono infatti, fin dalle origini, per essere composte interamente a mano, utilizzando
i caratteri tratti dai punzoni originali incisi direttamente da grandi artisti, come William Caslon (1692-1766), o Charles Malin (1833-1955), per giungere, alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, alla creazione del carattere Tallone, disegnato dal fondatore, inciso da Charles Malin e usato in esclusiva dalla casa editrice Tallone dal 1949. I testi, classici della poesia e della letteratura in lingua originale, sono stampati su carte di puro cotone e su carte di Cina e Giappone, in un numero limitato di esemplari numerati.

Alberto Tallone. Manuale tipografico dedicato ai frontespizi e ai tipi maiuscoli tondi e corsivi.

 

Alberto Tallone
Manuale tipografico dedicato ai frontespizi e ai tipi maiuscoli tondi e corsivi.

[Alpignano], Tallone editore, 2005.
51 p., [59] c. di tav.

Provenienza: acquisto, presso Tallone editore, 2018

Collocazione: TAL.5.1

Per presentare al pubblico la propria attività tipografico-editoriale la casa editrice Tallone ha pubblicato il Manuale tipografico dedicato ai frontespizi e ai tipi maiuscoli tondi e corsivi, che contiene dodici esemplari di frontespizi originali di Alberto Tallone, stampati dal periodo di attività parigino negli anni Quaranta del 1900 e nei decenni successivi in Italia fino al 1968, per proseguire con quelli realizzati dagli eredi fino ad oggi. A corredo i prospetti dei caratteri in dotazione della tipografia. Ogni esemplare del Manuale contiene una serie differente di frontespizi originali, ma in tutti compare impresso il frontespizio circolare composto da Alberto Tallone quando era ancora allievo nella bottega tipografica di Maurice Darantière e il prospetto originale del carattere Tallone.

Gli altri quattro manuali tipografici rigorosamente stampati a mano, rispettivamente nel 2006, 2008, 2013 e 2018, anch’essi in numero di esemplari limitato e su tipi di carta diversi riguardano il supplemento al primo manuale, Complemento dedicato all’estetica degli indici, colophon e prospetti, a cui seguono: il Manuale tipografico dedicato all’impaginazione, ai caratteri da testo e ai formati, il Manuale tipografico dedicato alle carte, filigrane e inchiostri, in cui i testi sono intercalati da inserti, inseriti in apposite cornici, che contengono esempi originali di carte antiche, del Novecento e attuali, differenti tipologie di filigrane, carte esotiche e campioni di inchiostri dagli anni Trenta ad oggi e il Manuale tipografico dedicato all’arte degli incisori fonditori e
stampatori ai fini estetici e alle carte, filigrane e inchiostri, in cui è descritta l’arte tipografica e cartaria attraverso esempi originali di filigrane dal 1700 al 1900 e l’utilizzo di caratteri originali fusi dal 1600 al 1900.