Le vicende della libreria dell'avvocato Umberto Norsa e del suo arrivo nelle collezioni teresiane è paradigmatica delle persecuzioni di cui furono oggetto gli ebrei mantovani a seguito della  promulgazione e della successiva applicazione delle leggi raziali del 1938.

Nato a Mantova nel 1866, laureatosi a Bologna in giurisprudenza, Umberto Norsa affiancherà alla professione, un'autentica passione per le lingue straniere, divenendo il più illustre linguista mantovano della prima metà del Novecento. Esponente di spicco  della comunità ebraica virgiliana, sarà lui a condurre in prima persona la "vertenza libri ebraici" che si concluderà nel 1930 con la convenzione che affiderà alla Teresiana la Biblioteca Israelitica. Sarà, inoltre, segretario del Gabinetto di lettura di Mantova, carica che dovrà lasciare nel 1938, al pari di quella di socio dell'Accademia Virgiliana. Queste dimissioni saranno delle vere e proprie menomazioni per un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al culto della conoscenza delle lingue e della culture mondiali. Norsa muore nel 1943, pochi mesi prima del Manifesto di Verona, promulgato dalla Repubblica di Salò, che riconosce negli ebrei degli "stranieri appartenenti a nazionalità nemica" e che ne ordina il rastrellamento e la confisca dei beni. Requisita l'abitazione di via Massari dalla RSI, che ne fa la sede dell'ispettorato militare, il figlio Ugo si preoccupa di trovare salvezza almeno per la libreria paterna. L'appello sarà raccolto dall'allora direttore della Teresiana, Cesare Ferrarini, che dopo varie traversie otterrà dalla Soprintendenza il permesso al sequestro della raccolta. Tuttavia dovrà attendere fino al novembre del 1944, in conseguenza di un bombardamento che copisce la casa del Norsa, per riuscire a procedere al salvataggio dei libri (o di quel che ne rimaneva).

Ferarrini otterà il permesso di portarli d'urgenza nei locali al piano terra della Biblioteca Comunale, utilizzando per il trasloco il solo mezzo messo a sua disposizione: un carretto. I libri saranno restituiti al figlio Ugo dal sindaco di Mantova, il 30 luglio 1945, per essere poi donati alla Biblioteca Tersiana, dagli eredi Norsa, nel 2010. Il fondo consta di 2305 volumi, per lo più di carattere linguistico, e di un archivio privato, oggi a disposizione di tutta la Comunità mantovana.