Marco Tullio Cicerone,

De Officis

manoscritto membranaceo, fine XIV sec.- metà XV sec.

Collocazione: MS. 129

 

Nei libri antichi vi è spesso molto più di quanto il titolo stesso non descriva. E’ senza dubbio il caso di un manoscritto del De Officis di Cicerone.

Se infatti il testo, giuntoci mutilo, apre con una splendida iniziale abitata che ritrae Cicerone in abiti quattrocenteschi (il testo è databile tra XIV e XV secolo), il maggior interesse è suscitato da un iscrizione a penna che riporta, oltre il segno di possesso della famiglia Serra, un componimento poetico dell’umanista Giacomo Filippo Vagnone de’ Signori di Castelvecchio. A conclusione di questo vediamo disegnata una scena raramente rappresentata: l’incoronazione con il lauro del poeta stesso da parte del cardinale Giacomo Serra, qui ritratto nell’atto dell’investitura. Tutta l’iscrizione è di mano del  nipote Girolamo Serra, evidentemente un devoto lettore dei componimenti del Vagnone.

Vi è infine una terza stratificazione storica rappresentata da una lettera autografa, incollata al testo, dello scrittore e accademico Marchese Ferrante Agnelli Soardi, datata 1792 e indirizzata al Prefetto della Biblioteca Camilo Volta, con la quale l’ultimo proprietario del manoscritto accompagna la donazione del testo all’Imperial Regia Biblioteca.