Gregorius Papa Magnus,
Dialogorum liber II,
Manoscritto membranaceo, data stimata XI-XII secolo.
Collocazione: MS. 447
Augustinus,
Tractatus in evangelio sancti Iohannis evangeliste; iohannes Chrisostomus, Feria V in cena Domini sermo; Sermo eiusdem unde supra,
Manoscritto membranaceo , secolo XII, metà.
Collocazione: MS.466
“Animali fantastici e dove trovarli” è il titolo di un fortunato e recente volume di una famosa scrittrice inglese. I preziosi volumi della Biblioteca Teresiana ne custodiscono davvero molti. Tra i più affascinanti vi sono senza dubbio quelli che fanno da capolettera ad alcuni dei codici polironiani. I miniatori attivi nello scritporium indulgevano spesso nella creazione di queste lettere zoomorfe, tralci abitati al pari dei portali delle Cattedrali.
Oggi curiosiamo in particolare nelle decorazioni dei manoscritti 447 e 466.
Nel primo codice, a decorazione di una lettera B, troviamo una piccola sirena che si regge la coda. Mostro acquatico, metà donna e metà pesce era un simbolo di tentazione e peccato. Più avanti nel testo ecco una letta Q che ospita un essere ibrido, una leonessa con testa umana. Anch’esso era inteso come segno di quel peccato nel quale il fedele inevitabilmente incappava, ma che la lettura e la meditazione del testo erano in grado di emendare.
Nel secondo manoscritto incontriamo invece degli splendidi draghi. Ritenuto un animale reale, appartenente secondo i bestiari alla famiglia dei serpenti, è un animale multiforme (ve ne sono sia di acquatici che di terrestri) e quasi immortale. Risulta che i draghi si possono addormentare, anche per secoli, ma solo pochi Santi (e qualche eroe) sembrano in potere di annientarli, data la loro malvagità.
A noi comuni mortali non resta che rimirarli, imprigionati, all’interni di questi meravigliosi libri.