Agostino Antonio Giorgi,
Alphabetum Tibetanum missionum apostolicarum commodo editum...,
Roma, Tipografia della Congregazione di Propaganda Fide, 1762
Collocazione: LL.III.1
Tra le molte lingue inconsuete che popolano le biblioteche antiche si tende ad immaginare perlopiù idiomi di ambito mediterraneo, arabo, greco, latino, ebraico. Eppure ancora una volta la Biblioteca Teresiana ci riserva una sorpresa.
Tra gli scaffali della Seconda Teresiana infatti alberga un Alphabetum Tibetanum, composto da Agostino Antonio Giorgi e stampato a Roma nel 1762.
Il Giorgi, nato a San Mauro Pascoli nel 1711, prende giovanissimo l’abito degli eremiti agostiniani e si appassiona allo studio delle antiche lingue bibliche, ebreo, caldeo e samaritano. Trasferitosi a Roma è indotto a specializzarsi nella lingua tibetana grazie al suo impegno presso gli archivi della Congregazione di Propaganda Fide. In quel luogo si trovavano infatti una grande quantità di materiali riguardanti il lontanissimo e misterioso Tibet, da poco raggiunto da tentativi di evangelizzazione. Il Giorgi ha modo di studiare, in particolare, un rarissimo manoscritto, rinvenuto fortuitamente nel 1721 in Tartaria (attuale area dell’Asia centrale), inviato in Occidente dallo Zar Pietro il Grande. Suggestionato da una lingua tanto sconosciuta e arcana, compone un’opera che è al tempo stesso un vero e proprio dizionario comparato, latino-tibetano, ma anche una raccolta di tutte le conoscenze geografiche, storiche e religiose che fino a quel momento si erano venute a comporre su quel territorio.
Il testo è arricchito da stupende e sorprendenti illustrazioni.
Ammiriamo qui una rappresentazione della Ruota del Divenire, rappresentazione del Samsara e dell’eterno ciclo di nascita, vita, morte e rinascita.
Ruota del Divenire
Dettaglio illustrazione
Dettaglio Alfabeto