Accanto ai fondi librari e documentari, sin dalla sua fondazione nel 1780 sono confluiti in Biblioteca, a conferma di un ruolo culturale di primo piano nel panorama cittadino, anche importanti opere di interesse storico-artistico. 

I numerosi dipinti che ornano gli ambienti della Biblioteca hanno provenienze diverse. 

Il nucleo più consistente è rappresentato dai ritratti: sulle pareti del lungo corridoio di lettura sono ordinati 30 piccoli ritratti ad olio di uomini illustri mantovani appartenuti a Leopoldo Camillo Volta (1751-1823), primo prefetto della Biblioteca, e donati dal fratello Serafino Volta nel 1824. 

Orna invece l’atrio delle sale Teresiane un piccolo insieme di ritratti cinquecenteschi su tela arrivati in Biblioteca nel 1775 da Sabbioneta e anticamente appartenuti alla quadreria degli Uomini Illustri di Vespasiano Gonzaga. Sempre in questo ambiente è conservato il ritratto del giureconsulto Antonio Marta (1557-1629) e quello del filosofo mantovano Roberto Ardigò, da lui stesso donato alla città di Mantova 1919 per essere collocato nella Biblioteca Comunale. 

Nel vestibolo tra le due sale Teresiane sono esposti i ritratti di alcuni benemeriti che donarono importanti fondi librari alla Biblioteca: Gaspare Aborghi (1646-1715), Francesco Barbieri (m. 1757), Girolamo Murari della Corte (1747-1832). 

Nella seconda sala Teresiana si può ammirare, racchiuso entro un’importante cornice dorata, il ritratto di Maria Teresa d’Austria del veneziano Leonardo Gavagnin (1809-1887), copia di un dipinto conservato nel Palazzo Imperiale di Venezia, dono nel 1859 dell’Arciduca Ferdinando Massimiliano d’Austria. Nel 2018 la quadreria si è arricchita di due grandi ritratti dei conti Ottavio (1655-1726) e Annibale (1719-1803) Castiglioni donati dalla famiglia, possiamo inoltre osservare anche tre grandi pale d’altare provenienti da chiese cittadine abbattute alla fine del XIX secolo: Il Cristo morto deposto in sindone di Francesco Naselli (1570 ca.-1635 post), Il Martirio di Santa Caterina (di Karl Santner (1591-1630 ca.) e La Natività di San Giovanni Battista, sempre della scuola del Santner.


Gli Erbari

La Biblioteca conserva tre importanti erbari che offrono un interessante spaccato della cultura naturalistica mantovana dell’Ottocento.

Erbario Acerbi - Grazie ad un legato testamentario degli eredi di Giuseppe Acerbi (1773-1846), diplomatico, viaggiatore, naturalista e archeologo, nel 1886 la Biblioteca acquisisce una delle sue raccolte più preziose e composite, costituita da libri, manoscritti, stampe, carte geografiche, minerali e da un erbario. Quest’ultimo è composto da 923 esemplari facenti parte della Flora Italiae Superioris di Giorgio Jan (1791-1866), pubblicata a Parma tra il 1820 e il 1826. A questo nucleo acquistato da Acerbi si aggiungono altre 83 cartelle con essenze locali raccolte e studiate personalmente da Acerbi e ulteriori 139 cartelle di dimensioni superiori.

Erbario Paglia - Nel 1872 il naturalista e agronomo mantovano Enrico Paglia (1834-1889) pone a corredo alla sua pubblicazione Delle erbe nocive ed utili spontanee dei prati mantovani, un piccolo erbario concepito come uno strumento didattico dedicato all’identificazione delle specie spontanee più rappresentative dei prati del mantovano e alla conoscenza delle proprietà dei foraggi prativi destinati agli erbivori domestici. L’insieme, donato alla Biblioteca nel 2012, raccoglie 100 specie erbose, distinte tra dannose e utili, poste su fogli di cartoncino leggero di colore lilla. 

Consultabile sulla Biblioteca Digitale Lombarda.

Erbario Magnaguti – Il Conte Antonio Magnaguti-Rondinini (1830-1901) coltivò una colta passione naturalistica che lo portò a realizzare un erbario imponente composto da oltre 20000 esemplari per la maggioranza legati al territorio italiano (Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Lombardia), arrivando a spaziare per l’intera Europa con qualche presenza di essiccati provenienti dalle Canarie e, occasionalmente dal Madagascar, dalle Americhe, dall’India e dalla Nuova Zelanda. L’erbario fu poi donato dalla famiglia, tra gli anni venti e quaranta del Novecento, all’Istituto Tecnico Pitentino di Mantova che nel 2015 per assicurare la corretta conservazione lo deposita presso la Biblioteca Teresiana.


Collezione mineralogica

Presso la Biblioteca, tra i preziosi fondi librari, documentari e archeologici, donati per legato testamentario dall’esploratore, naturalista e archeologo Giuseppe Acerbi (1773-1846) vi è anche una preziosa raccolta di minerali e rocce. L'inventario manoscritto che accompagna la raccolta censisce 687 campioni di minerali e 217 di rocce. La raccolta è costituita da due nuclei di collezioni differenti. Accanto ad esemplari certamente raccolti dall'Acerbi si riconoscono altri minerali probabilmente acquistati per completare la collezione. In particolare per quanto riguarda la collezione petrografica, accanto ai materiali europei spiccano i campioni egiziani, raccolti dall'Acerbi quando ricopriva la carica di Console dell'Impero in Egitto. Molti di questi esemplari sono accompagnati dai cartellini autografi su cui Acerbi annotava indicazioni riguardanti le località di raccolta e le formazioni geologiche circostanti. Visionabile solo su appuntamento.