I funerali si svolgono il sabato 18 settembre 1920 alle 8 della mattina, secondo la volontà di Ardigò stesso che da tempo aveva lasciato severe disposizioni in merito: Morendo è mio fermo desiderio di essere trasportato direttamente al cimitero dei poveri alla mattina per tempo con il carro dei poveri…
I suoi amici più fedeli si impegnano affinchè siano evitati discorsi e ogni manifestazione ufficiale, tuttavia la cronaca riportata da un gran numero di giornali nazionali e internazionali informa che … una folla imponente, composta di amici ed ammiratori del grande filosofo, si è data convegno a Mantova per esternare il reverente ed estremo saluto alla salma di Roberto Ardigò. Gli amici, i discepoli, gli studenti dell’Università di Padova, trasportano di peso la bara del defunto, che viene poi adagiata su un semplice carro di terza classe adorno di numerose corone. Il corteo si muove dalla casa dell’Estinto, attraversando lentamente la città fra due fitte ali di popolo riverente. I negozi sono chiusi e portano striscioni neri a lutto. Tutte le finestre delle vie nelle quali procede il corteo, sono affollatissime. Numerose le personalità e le autorità che seguono il carro che è preceduto dal Gonfalone del Comune di Mantova. Nel piazzarle dei giardini pubblici il corteo ha un momento di sosta: la folla fa ala, mentre il triste convoglio passa davanti a una selva di bandiere che si abbassano in segno di saluto. Nessun discorso è stato pronunciato giusta la volontà dell’Estinto. La gente sfolla lentamente mentre il corteo procede verso il cimitero, seguito dai soli famigliari.
L’imponente tributo di affetto dato da Mantova all’illustre cittadino, è stata una tale manifestazione di unanime cordoglio che rimarrà indimenticabile per tutti coloro che ebbero modo di assistervi. Si calcola che oltre 30.000 persone assistessero ai funerali (“Lavoratore” – Trieste, 19 settembre 1920).
Immagine: Il funerale di Ardigò, Mantova, 18 settembre 1920 - BCMn, Fondo Ardigò, fasc. 16