Abramo Colorni
Scotographia overo, Scienza di scriuere oscvro, facilissima, et sicurissima, per qual si voglia lingua; le cui diuerse inuentioni diuisi in tre libri, seruiranno in più modi, et per Cifra. Et per Contra cifra. Le quali, se ben saranno commvni a tvtti, potranno nondimeno usarsi da ogn’uno, senza pericolo d’essere intese da altri, che dal proprio corrispondente. Opera di Abram Colorni Hebo Manto.
In Praga, presso Giouani Sciuman, 1593.
[4], 16, [28] c., 4 c. di tav. : ill. ; 4o oblungo (mm 185×231); fascicolatura: [A]2 B-E4 [A]4 B-G4; car. cors. e rom.; capilettera figurati silografati; legatura coeva in cartone, sulla coperta anteriore è riportato il titolo in lettere maiuscole “SCOTOGRAPHIA DI ABRAM COLORNI”.
Dedica dell’autore a Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612), imperatore del Sacro Romano Impero (frontespizio).
Parte della dedica “Alla Sac. Ces. et Reg. Mae. di” e le note tipografiche sul frontespizio, sono manoscritte.
Note manoscritta sulla coperta posteriore: “Fachineus”.
Note manoscritte sulla coperta posteriore: “[ho tenuto per me quel] libro detto Anotomia de vitij in 8° et in suo luogo vi ho posto il presente, se si contenta”.
Provenienza: dono eredi Vittore Colorni, 2007
Collocazione: COL.M.352
Abramo Colorni (1544 - 1599), nacque a Mantova da famiglia ebrea. Ricevette un’educazione di tipo cortigiano, studiando lingua, grammatica e letteratura ebraica, mathematiche discipline, classici greci e latini e letteratura in volgare toscano, così da entrare in giovane età al servizio prima dei duchi Guglielmo e Vincenzo I Gonzaga e poi dal 1578, stipendiato da Alfonso II d’Este duca di Ferrara, in qualità di architetto militare. Nel 1588 si trasferì a Praga alla corte di Rodolfo II d’Asburgo: è qui che nel 1591, orientandosi verso lo studio della crittografia, realizza un cifrario per volgere in codice i carteggi diplomatici, e pubblica nel 1593 l’opera Scotografia. Nel 1596 fu invitato a Stoccarda da Federico I duca di Wurttemberg (1557-1608): alla corte di Federico, Colorni si era probabilmente esposto nell’asserire di conoscere un metodo per l’estrazione del salnitro, indispensabile per la polvere da sparo, fatto non certo trascurabile in campo militare. Non raggiunse evidentemente il risultato promesso al duca e venne per questo arrestato: nel 1599 riuscì a fuggire e ritornare in patria, a Mantova, dove morì però lo stesso anno.
Curioso ed eclettico personaggio Abramo Colorni: ingegnere militare ed idraulico, inventore, negromante, illusionista. Tommaso Garzoni (1549-1589), suo grande ammiratore, nella Lettera scritta al sopradetto M. Abramo Colorni, lettera di dedica all’amico ebreo in apertura della sua opera La piazza universale di tutte le professioni del mondo, edito a Venezia, per Somasco nel 1587, così lo ritrae: “(…) nato di patria illustre, sì come è la città di Mantoa progenitrice d’huomini segnalati al mondo (…) ricco d’ingegno, copioso di giudicio, abondante di prudenza, nobilitato di costumi, adorno di gentilissime maniere (…); uoi che illustrato delle Mecaniche Scienze, fabricate ponti da espugnare all’improuiso qual si uoglia alta fossa di muraglia; barchette che ridotte in picciolo fascio, producono somiglianti effetti a questo, et altri assai merauigliosi, scale ingegneuoli da salire in un tratto con alta secretezza fin su la torre di Babele (…); facendo artificiosi modelli per alzar acque; solleuando graui et incredibili pesi, facilitando moti di molini (…); ui concedo che doue interuiene lima et martello, siate da più che gli antichi Ciclopi, aggiongendo a queste preminenze quella eccellenza ch’hauete in saldare, fondere, gettare, intagliare, temprare, lauorar di stucco e di colle (…); mastro di secreti pellegrini et rari come quello che possede la Natural Magia (…), mentre fate apparer che uolino uia gli animali dipinti, mentre trasmutate con apparenza mirabile collane d’oro in uiue serpi (…).
La Scotografia venne pubblicata nel 1593 a Praga presso Sciuman in due diverse edizioni, aventi il medesimo contenuto ma differente formato: una in 4° oblungo e l’altra in 12° oblungo. Il motivo di questa duplice edizione si connette alla tipologia
dei destinatari dell’opera: il libro in 4° oblungo era rivolto alla lettura per i sovrani delle corti d’Europa mentre il formato in 12° oblungo, di dimensioni assai ridotte rispetto al primo, aveva una funzione più “operativa e pratica” in quanto, come afferma lo stesso Colorni, doveva essere utilizzato da funzionari di corte preposti alla decifrazione immediata dei codici.
La Scienza di scrivere oscuro, divisa in tre libri, consisteva in un trattato atto a fornire un cifrario segreto di comunicazione basato su una combinazione di numeri e lettere dell’alfabeto che avrebbe impedito l’intercettazione e l’interpretazione della corrispondenza segreta. Il sistema cabalistico aveva offerto a Colorni i principi sui quali articolare la “ruoticella per lo scrivere oscuro”: il sistema sembra fondato sulle lettere di un verso della Bibbia (Sal. CXX, 2), tradotto in latino “Domine libera animam meam a labiis iniquis et a lingua dolosa”. Al centro della “ruoticella” della tav. I è inserita l’immagine di un insetto imprigionato in una tela di ragno, a cui segue un cartiglio su cui si legge “RETI MEO CAPITVR”. La tav. IIII ripropone un’immagine simile in scala minore e un’analoga “ruoticella”, con la scritta ebraica “e rimarrà preso nel Mio laccio”, che rimanda a Ezechiele 17:20.